Dorothea è la mia “piccina”. In un mondo dove tutti si affannano ad arrivare prima, lei va con calma. Ascolta e ripete solo quello che più attrae la sua attenzione. Ha un suo modo di vedere le cose e le persone. Di percepirle. Nel momento in cui sto scrivendo queste righe è prossima a compiere sei anni. È un biondo folletto dinoccolato che ama saltellare e cantare. Sorride quasi sempre, e non solo con la bocca e con gli occhi: con tutto il corpo. A ogni saltello sembra che stia per spiccare il volo. Per la medicina ha un ritardo psicomotorio. In base alle definizioni sanitarie e previdenziali è disabile. Per usare un termine meno pregiudiziale (senza quel prefisso dis- che indica una mancanza, una anomalia) è una diversa.
In realtà tutti noi siamo dei “diversi” e nessuno, anche se volesse, potrebbe diventare la fotocopia di un altro. Insomma, siamo speciali. Pezzi unici. Per patrimonio genetico, storia e cultura, per educazione.
Dunque, Dorothea è straordinariamente unica. È innegabile che abbia delle caratteristiche per cui è immediato coglierne l’incomparabilità con chiunque altro dei suoi coetanei. Lei si dimostra per quello che è. È evanescente, sì, ma è consapevole di quello che le riesce o non le riesce di fare e sa quello che fa per lei. Se le proponi di scendere giù da uno scivolo ti risponde: “Non lo vuoi”. Però è affascinata dai ponti tibetani e se si impunta riesce a farne uno a due metri d’altezza, tutto da sola. In barba alle tabelle e alle tempistiche di sviluppo va avanti, un saltello dopo l’altro, per la sua strada: esegue estemporanee melodie al pianoforte, preferibilmente con i piedi, nella sua immaginazione fa nascere personaggi curiosi: cani e gatti che guidano l’auto e sono golosi di cracker, disegna bambini fatti solo di linee e puntini. Io la osservo, mentre compie ampie volute verso quello che più le piace, come una farfalla che sceglie il fiore dai colori più accesi, e cerco di imparare da lei.
Sono proprio curiosa di vedere quali doni meravigliosi regalerà al mondo via via che continuerà a crescere.

Wow… mi piace. Ti scopro grazie a Erodaria, ottima promotore e lettrice. Diventiamo amiche?:)
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Grazie! più che volentieri:-))
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Che pensieri stupendi…vedi, io sono convinto che le persone come la tua piccola Dorothea non siano affatto “diverse”…probabilmente sono più avanti di noi e vedono il mondo come è davvero e magari riescono a parlare con qualcuno a cui vorremmo parlare ma che a noi non rivolge più la parola da secoli o millenni… questo non me lo toglie nessuno dalla testa. Più che diversa io la definirei “magica”… dalle un bacio da parte mia… a te un gran saluto…sono appena arrivato dal gruppone FB.. a presto!
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bellissimo! ed è quello che penso anche io, sai? grazie infinite per esserti fermato qui:-)
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È stato un vero piacere…
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Ecco, in blog che piace perché è diverso, aggiungo unico.
Un abbraccio a Dorothea con sorriso ☺
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Grazie! :-)))
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