È un anno è mezzo che non scrivo più sul blog. Ogni tanto ci penso e capisco che l’urgenza che avevo un tempo non mi anima più, allora avevo bisogno di far chiarezza su tante cose: rabbia, frustrazione, dolore. Scriverne mi faceva star meglio. Poi il quotidiano ha avuto il sopravvento. A volte non basta il tempo per scrivere, a volte non bastano nemmeno le parole per mettere insieme certi pensieri, a volte (macché a volte, il più delle volte) mi auto-censuro. Per mantenere un’immagine di equilibrio, perché di certe cose non si può scrivere per motivi di relazioni e di politica, ma poi, soprattutto, perché vuotare il mio cassonetto emotivo aspettandomi che gli altri ci trovino dentro qualcosa di buono? Insomma, è andata così, che alla fine è un anno e mezzo che non scrivo più su ‘sto blog, eppure pago un abbonamento annuale per tenerlo su. Quindi, che faccio? Ci ritento?
Ma mica per i soldi dell’abbonamento, eh? È che alla fine mi sono resa conto di trovarmi più… impoverita. Perché ogni volta qui sopra distillavo una mia riflessione, qualcosa che apparteneva a me stessa e mi sarebbe sfuggito tra le maglie del pensiero se non l’avessi considerato, se non gli avessi dato peso. E mi aiutava certo a sciogliermi, in qualche modo. Insomma star zitta per decenza, forse non ne vale la pena. Forse è meglio considerare. Che ogni riflessione che fugge via mi dimagrisce di consistenza e va a ingrassare il bagaglio dell’ignoranza. La mia, ma anche quella collettiva. Non che mi creda portatrice di chissà quale verità, semplicemente sono viva e senziente. E faccio parte di una comunità: quella del mio condominio, del mio quartiere, della mia città e di questa nazione che non so dove sta andando, ma io ci sono dentro. Adesso non so se riprenderò a scrivere veramente, metti che mi chiamano domani per un ghost-writing e ciao. I ghost-writing in questi ultimi due anni sono quelli che mi hanno permesso di “portare a casa la pagnotta.” Metto sostanza a un involucro sulla base di regole decise da altri. Lo faccio in modo ligio, silenzioso, come un bravo amanuense.
Scrivere di nuovo sul blog potrebbe essere un buon proposito di inizio settembre. Uno di quelli che è già tanto se durano fino a novembre. Prendiamolo per quello che dura. Prendiamo quello che viene. Che è l’unica cosa da fare per smettere di essere fantasmi e recuperare la voce.
Brava Roby! Scrivere fa bene prima di tutto a noi stessi, per non farci sfuggire la vita fra le mani, per ricordarci chi siamo, per stabilire le priorità, per confrontarci con gli altri. Ma soprattutto, di nuovo, con noi stessi. A rileggerci presto dunque!
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Grazie Romolo, carissimo! Che fatica rimettersi “in carreggiata”… ma ne valeva la pena, soprattutto per ricevere un commento così bello ❤ Ti mando un grande abbraccio, a presto!!
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Curioso ritrovare un vecchio amico. A me ne sono successe (e penso pure a te) mille cose nel frattempo, e oggi ho guardato il tuo blog quasi per caso.
Immagino che sì, chi scrive (di se stesso, e forse non solo) lo fa soprattutto per mettere ordine, per capire, per processare, in primis; e poi per condividere, perché “siamo umani e niente di umano ci è alieno”; e lo facciamo qui e non su un diario perché scrivere è parlare, e parlare da soli è un po’ da matti, e cmq meno gratificante. Sempre meglio avere almeno l’impressione che ci sia qualcuno ad ascoltarti; non fosse così gli psicologici farebbero la fame.
Per riassumere, come dice Stephen King: scrivi con la porta chiusa (racconti prima di tutti a te stesso), riscrivi con la porta aperta (fai entrare gli altri).
O almeno così vale per me.
Ps: ho rimesso mano alla pena anche io, by the way: https://riccardomezzatesta.wixsite.com/milanolanciano
e probabilmente per gli stessi motivi tuoi
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e si lo so che sei una donna! il vecchio amico è il blog!
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Ah ah avevo capito non preoccuparti, amico di penna 😉
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grazie di cuore Riccardo… bellissima la citazione di King, approvo appieno! Grazie per essere ritornato su queste pagine, d’altro canto ho visto che davvero sei stato molto attivo in questo periodo e congratulazioni di cuore per il libro!!
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Scrivere e meditare, soffermarsi e poi esprimersi. Credo che questa prassi sia quella piu’ adatta alle proprie circostanza, anche se ci sono momenti che si avverte, magari, della nausea. Auguri per il suo blog. Colgo l’occasione per invitarlo nel mio web: https://io-te.net E’ una raccolta di prime impressioni, aforismi. Grazie, l’aspetto con piacere. Saluti dalla Sicilia orientale
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La ringrazio di essere passato tra le “pagine” del mio blog! e per il suo gentile riscontro! sicuramente ricambio la visita, com molto piacere. Un caro saluto e un augurio di buon Anno!
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