“Che musica hai ascoltato quest’estate?” ho chiesto al mio undicenne preferito, pelle brunita e capelli dorati da sole e iodio.
Lui mi ha guardato sospettoso. Ho fatto finta di niente, e deglutito:
“In spiaggia, che musica ascoltavate?”
“Non ascoltavamo musica – ha concluso lui, rigoroso, sillogistico – non c’era connessione wi-fi”
“Ma la radio…” e mi sentivo ormai perduta.
“La radio?”
“Sì, hai presente, quella cosa che può anche essere piccola, che si può portare in spiaggia… con le… pile(?)”.
Nostalgica, anacronistica. Zia Topolinda in confronto è una rapper-blogger di moda.
Lui, sopracciglia aggrottate, ha fatto segno affermativo. Oddio, accondiscende, come si fa con i matti.
“La radio… lo so che cos’è, ma non è che ti fanno la musica che vuoi tu. Voglio dire non è che trovi subito quello che ti piace.”
“Beh, però intanto magari scopri qualcosa. Qualcosa che non conoscevi e che poi magari ti piace.”
E gli vorrei raccontare di quando mia madre (sua nonna) distribuiva tranci di pizza a me e a mio fratello (suo padre) sotto l’ombrellone, mentre la voce di Pino Daniele usciva dai transistor: “Je so’ pazzo, je so’ pazzo”. Ma non farei che rendermi ancora più strana e inconprensibile ai suoi occhi, anzi, nemmeno avesse intuito che cosa mi sta girando per la mente lui si stringe nelle spalle, scuote la testa. Ha ragione, siamo ormai nell’epoca dell’”on demand”. Niente attese frustrate tra i palinsesti, niente smanettamento forsennato alla ricerca della canzone che ti ha colpito il cuore, sopportando Drupi e i Banco sperando che dopo trasmettano Miguel Bosè.
L’epoca dell’attesa è finita. E così quella della radio sulla spiaggia, di Battiato e Giuni Russo, con buona pace mia e dello spirito del Festivalbar.
Ma non è il caso poi di fare la morale, questo no.
Nostalgica, anacronistica me. Forse oggi le cose da ricercare, e attendere, sono altre.
E la radio che passa Neil Young, sembra aver capito chi sei….
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eh eh Ligabue non è tra i miei preferiti, ma questa citazione ci sta da dio. Ciao Romolo, quanta nostalgia delle radio a transistor sotto l’ombrellone.
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Aspettavi anche tu il venerdì all’una meno un quarto quando iniziava la Hit Parade?
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ah ah, sì! mi piaceva molto anche Mister Fantasy, ero innamorata di Massarini;-)
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… È la fine… cara mia!
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eh, era il mio stesso pensiero. poi mi sono venute in mente le diatribe musicali degli anni 60 tra melodici e “urlatori” e ho pensato che è meglio lasciar fare a chi ci viene dopo. Io comunque mi tengo stretta la mia sony portatile della prima liceo. buona giornata!
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