È piena di vitalità, come si conviene a due anni di vita. Le piace giocare e correre fino allo sfinimento. Ama essere coccolata e riempita di attenzioni. È golosa e non disdegna nessun invito a uno spuntino fuori programma. Alla sera, pancia piena e appagata da tutti i giochi e le corse che hanno colmato la sua giornata, si lascia andare sul divano e lì s’addormenta. Al mattino è pronta a ricominciare da capo. Eccola che salta sul nostro letto, Dorothea si mette a sedere: “La mia sorella bianca”. La saluta così. L’altra cerca la posizione più comoda, alla fine si acciambella e sventola la coda dinanzi alla faccia di mia figlia che le sorride rapita, mentre affonda le mani nel pelo soffice e lungo. Condividono giacigli, divertimenti e bocconi.
Lara è un incrocio tra un golden retriever e un pastore maremmano, purtroppo è una sorella “imprestata”, non vive con noi, ma con due cari amici. Pesa dieci chili in più di Dorothea, è consapevole di come questa bambina magrolina e delicata, che pur cerca la sua compagnia, sia timorosa della sua irruenza e allora nel modo più delicato che le è possibile le si avvicina e con un angolo della bocca riceve il biscotto che lei le offre. In segno di ringraziamento passa la lingua rosa sulla manina. Dorothea ritrae il viso, socchiude gli occhi, però la mano no che non la ritrae.
In questi giorni che abbiamo trascorso in Liguria, tra olivi e alberi di limone ha imparato ad andare sull’altalena da sola. Ho il sospetto che il merito sia anche di questa sorella bianca che su un altalena non ci è salita mai.
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Illustrazione di Rebecca Cobb, The Something