La scoperta della felicità

tobias2Mercoledì siamo state tutto il tempo in casa. Fuori il mondo s’era contratto nel gelo che preannuncia dicembre. Ciascuna di noi ha atteso ai propri ruoli: lei tossiva e gocciolava, io facevo avanti indietro dal soggiorno alla cucina con bicchieri e cucchiai di somministrazioni alchemiche. Insieme abbiamo giocato. E poi letto, e colorato e suonato. E preparato biscotti a forma di cuore, di stella e di abete. Lei infine s’è addormentata tranquilla, senza più tossire, io mettevo in ordine le stanze. In tutta quella giornata era stata la bambina e io la mamma. Punto. Intesa, affinità, abitudini che non tolgono spazio alla reciproca scoperta. Armonia. Tutta la fatica, che c’è, tutto il saliscendi della nostre solite vicende quotidiane stavano sullo sfondo. E noi quiete e insieme vivaci, appagate sul proscenio della libertà di essere e fare, semplicemente.

E ho sentito che la felicità, la tanto decantata, inseguita e desiderata felicità sta proprio in momenti così, di trasparenza. È per questo forse che a volte ci sembra difficile da trovare: l’abbiamo davanti agli occhi e non riusciamo a vederla.

A proposito, qualche settimana fa mi sono imbattuta in un libro. Un libro illustrato. S’intitola “Il mondo è anche di Tobias”. Racconta una storia reale e magica allo stesso tempo, con poche parole che però bastano a dire molto e disegni dai colori saturi che colmano un tratto delicato e ridotto all’essenziale. La bibliotecaria che me l’ha allungato l’ha introdotto come la storia di una mamma e del suo bambino autistico, secondo me è un libro, appunto, sulla scoperta della felicità. Un libro per tutti. Ve ne propongo un passo:

“Si misero davanti allo specchio e si guardarono,

– Tobias e la mamma – disse la mamma.

– Mamma – disse Tobias.

Forse lo ripeté solamente, ma la mamma restò muta, per una volta, senza nulla da leggere o da dire.

Quella brutta sensazione di essere una mamma che non valeva niente per un attimo svanì.

Era felice proprio fino in fondo.

Pensò che fosse arrivato il momento di smettere di leggere.

Era il momento di scrivere.

La storia che avrebbe raccontato a Tobias, a modo suo.

Bastava ascoltare quello che faceva.”

(Da “Il mondo è anche di Tobias”, di Elena Spagnoli Fritze, illustrato da Michele Ferri. L’illustrazione in alto è dal libro)

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